LA PADRONANZA DELL'AMOREdi Don Miguel Ruiz |
IL SENTIERO DELL'AMORE
Il sentiero dell'amore di Don Miguel Ruiz In ogni rapporto ci sono due metà. Una siete voi e l'altra é vostro figlio, vostra madre, vostro padre, il partner. Ciascuno è responsabile soltanto della propria metà. Non importa quanto siate vicini, o quanto pensiate di amarvi, è impossibile essere responsabili per ciò che si trova nella testa di un'altra persona. Non potrete mai sapere cosa pensa l'altro, in cosa crede, quali sono le sue congetture. Non sapete nulla di lui.
Questa è la verità, ma cosa facciamo invece?
Cerchiamo di essere responsabili per l'altra metà,
ed ecco perché le relazioni sono basate sulla paura,
sul dramma e sulla guerra per il controllo. La verità è che non amiamo. Ciò che scambiamo per amore è soltanto egoismo. Come dei drogati, vogliamo le piccole "dosi" d'amore che ci fanno sentire bene. Se non c'è rispetto c'è la guerra per il controllo, perché ciascuno si sente responsabile per l'altro. Devo controllarti, perché non ti rispetto. Devo farmi responsabile per te, perché qualunque cosa ti accada mi farà male, e io non voglio soffrire. Allora, se vedo che non ti prendi le tue responsabilità, ti martellerò per costringerti a farlo, ma voglio che tu sia "responsabile" dal mio punto di vista, che non è necessariamente quello giusto.
Le Carte dei Quattro Accordi |
"Cari Amici, ho ideato queste carte per aiutarvi a trovare la vostra vera natura, che è felicità, libertà e amore. Quando diventate consapevoli che nessuno può rendervi felici... e che la felicità è il risultato dell'amore che viene da dentro di voi, allora avete fatto vostra la più grande arte dei Toltechi: "La Padronanza dell'Amore".
La padronanza dell'Amore
"La felicità può venire solo dall'interno ed è il risultato del vostro amore" Un esame spietato e allo stesso tempo saggio e profondo sui luoghi comuni che minano l'amore e conducono alla sofferenza nei nostri rapporti. Con l'ausilio di aneddoti illuminanti, Ruiz porta alla luce un messaggio che ci insegna a guarire le nostre ferite emotive, ristabilendo la libertà e la gioia che ci appartengono fin dalla nascita.
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GUERRA PER IL CONTROLLO O GIOCO DI SQUADRA?
Ecco ciò che accade sul sentiero della paura. Poiché manca il rispetto, agisco come se tu non fossi abbastanza intelligente da capire cosa è bene per te. Suppongo che tu non sia abbastanza forte per affrontare determinate situazioni, perciò devo assumere il controllo e dire: "Lascia fare a me". Oppure: "Non farlo". Cerco di sopprimere la tua metà del rapporto e di assumere il controllo totale. Ma se controllo tutto il rapporto, dov'è la tua metà? Così non funziona.
Con l'altra metà possiamo condividere tante cose, possiamo divertirci e creare insieme un sogno meraviglioso. Ma l'altra metà ha sempre un proprio sogno, una volontà propria, e non possiamo controllare quel sogno in nessun modo. Allora è necessaria una scelta; creare una guerra di potere o fare gioco di squadra. Gli atleti di una squadra giocano insieme, non uno contro l'altro.
Se giocate un doppio a tennis, non andrete mai contro il vostro compagno. Mai. Anche se il vostro modo di giocare è diverso, avete lo stesso scopo: divertirvi insieme, giocare insieme. Se il vostro partner vuole controllare il gioco, e dice: "Non giocare in questo modo, gioca in quest'altro. No, stai facendo tutto male", non vi divertirete affatto. E dopo un po' non vorrete più giocare con quel compagno.
In questo modo, avrete sempre conflitti. Se invece considerate i vostri rapporti, anche quelli romantici, come un gioco di squadra, tutto comincerà a migliorare. Nei rapporti con gli altri, come nelle partite, non è importante vincere o perdere. Si gioca per divertirsi.
Sul sentiero dell'amore, diamo più di quanto prendiamo. E ovviamente ci amiamo così tanto da non permettere agli egoisti di approfittare di noi. Non cerchiamo la vendetta, ma comunichiamo in modo chiaro. Possiamo dire:
"Non mi piace quando cerchi di approfittare di me, quando non mi rispetti, quando non sei gentile. Non è che io pensi di essere migliore di te. E' solo che amo la bellezza, amo ridere, divertirmi. Amo amare. Non sono egoista, è solo che non ho bisogno di una vittima al mio fianco. Questo non vuol dire che non ti amo, ma semplicemente che non posso prendermi la responsabilità del tuo sogno".
Questo non è egoismo, è amore di sé. L'egoismo, il bisogno di controllo e la paura possono spezzare quasi tutti i rapporti. La generosità, la libertà e l'amore creano il rapporto più bello: un continuo idillio.
PADRONEGGIARE UNA RELAZIONE
Padroneggiare una relazione dipende da voi. Il primo passo è diventare coscienti del fatto che ognuno ha il suo sogno personale. Quando sapete questo, potete prendervi la responsabilità della vostra metà del rapporto. E' più facile controllare la vostra metà che cercare di controllare tutta la relazione. Se avete rispetto, sapete che il vostro partner, amico, figlio, madre, è completamente responsabile per la sua metà. Se lo rispettate ci sarà sempre pace tra voi, e non guerra.
Il passo successivo è quello di sapere cosa è amore e cosa è paura, per diventare coscienti del modo in cui comunicate agli altri il vostro sogno. La qualità della comunicazione dipende dalle scelte che fate in ogni momento. Si tratta di decidere se volete rivolgere il vostro corpo emozionale verso l'amore o verso la paura. Se scoprite di essere sul sentiero della paura, questa consapevolezza è già abbastanza per darvi la possibilità di spostare la vostra attenzione verso il sentiero dell'amore. Basta vedere dove vi trovate, cambiare la direzione dell'attenzione, e intorno a voi tutto cambierà.
Infine, se diventate consapevoli che nessun altro può rendervi felici, perché la felicità è il risultato dell'amore che viene da dentro di voi, sarete maestri della più grande arte dei Toltechi: la Padronanza dell'Amore.
Possiamo parlare dell'Amore, scriverci sopra migliaia di libri, ma in realtà l'Amore sarà sempre diverso per ciascuno di noi, perché si tratta di un'esperienza. L'Amore non è un concetto, è azione. L'Amore in azione può produrre soltanto felicità. La paura in azione non produce altro che sofferenza. L'unico modo di padroneg-giare l'Amore è quello di praticarlo. Non c'è bisogno di giustificare il vostro Amore, o di spiegarlo. Basta soltanto praticarlo. La pratica crea il Maestro.
Dal libro: di Don Miguel Ruiz
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Quattro passi verso la libertà personale di Don Miguel Ruiz |
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I QUATTRO ACCORDI Viviamo in un sogno, ma spesso non è il sogno che ci siamo scelti, ma quello che ci è stato imposto o è arrivato a noi per caso. Ecco come riprendere in mano la capacità di creare il sogno in cui vogliamo vivere!
La realtà oggettiva, così come noi siamo abituati a concepire, non esiste. E' l'affermazione di base che troviamo nei testi più attuali di epistemologia, quelli firmati da Watzlavick, della mitica Scuola di Palo Alto e dallo scienziato Gregory Bateson, che è stato paragonato a Leonardo da Vinci. Esistono una realtà soggettiva e tutta una serie di convenzioni logico-percettive per cui possiamo in molti condividere una stessa visione del mondo. Ma la qualità della vita di ogni singolo individuo si gioca sulla percezione soggettiva che si costruirà del mondo esterno. Una affermazione impegnativa, che già sta rivoluzionando la psicologia moderna.
Questo concetto era già noto tremila anni fa ai Toltechi, gli antichi "uomini e donne di conoscenza", nella tradizione messicana, di cui oggi conosciamo più a fondo il messaggio grazie alle opere di Carlos Castaneda. "Viviamo tutti in un sogno", dicevano. Un grande sogno collettivo, che ci viene insegnato a sognare sin da quando siamo piccolissimi. Un sogno che ha molte regole, che vengono insegnate al bambino dai genitori, dalla scuola dalle istituzioni religiose, dando delle chiavi di lettura predefinite di se stessi e della realtà. Le persone vengono così "addomesticate" e spinte a percepire il mondo in base a convenzioni e aspettative altrui e non più in base a un contatto diretto con la propria natura più autentica e con la natura autentica della realtà circostante. Le convinzioni diventano muraglie invalicabili, e la capacità di valutare con la propria mente si irrigidisce sempre di più. Così non riusciamo più a veder che siamo liberi e la nostra paura più grande diventa non più quella di morire... ma quella di vivere.
Come ovviare a questa trappola? Quattro sono i consigli che Don Miguel Ruiz, erede della tradizione Tolteca, dà nel suo libro:
Sii impeccabile con la parola Ben usata, la parola è magia, usata male è magia nera. Attraverso la parola creiamo il mondo, è un seme che piantiamo nella mente fertile e i frutti che otterremo dipenderanno dal seme che abbiamo usato. Ogni qualvolta diciamo qualcosa, a noi stessi, o ad altri, nasce una credenza, che ci condizionerà al punto da avere effetti reali, riconfermandosi e rafforzandosi così ogni volta. "Essere impeccabili con la parola" vuol dire riappropriarsi consapevolmente del suo potere e usare la sua energia soltanto nella direzione della verità e dell'amore di sé.
Non prendere nulla in modo personale La nostra trappola è il senso di importanza personale che ci porta a prendere tutto ciò che ci viene detto o ci succede in modo personale. In realtà, ognuno vive nel suo sogno e ogni volta che parla di voi, in realtà parla di sé, sia che vi insulti, sia che vi elogi. Quando capiamo il veleno emozionale che ci viene di volta in volta scagliato addosso, non ci tocca più. E la nostra opinione di noi stessi ce la costruiamo da soli, senza più farla dipendere dagli altri.
Non supporre nulla Abbiamo la tendenza a fare delle supposizioni su tutto e poi a prenderle per vere. Invece sono soltanto pie illusioni che verranno puntualmente deluse. Parliamo chiaro, facciamo domande quando non capiamo, impariamo a chiedere agli altri che cosa sentono e a non darlo per scontato. Così sapremo sempre chi sono veramente le persone che frequentiamo e potremo mostrarci come veramente siamo alle persone che amiamo.
Fai sempre del tuo meglio In qualunque circostanza fate sempre del vostro meglio. Né più, né meno. Fare del vostro meglio vuol dire che fate con piacere quello che fate, vuol dire che non subite passivamente il vostro lavoro e le incombenze della vita, ma che avete nei loro confronti un ruolo attivo.
Questi "Accordi" richiedono volontà, ma garantiscono una vita piena, incentrata sul presente e sulla consapevolezza del proprio potere e della propria libertà personale. La libertà di vivere la propria vita secondo i propri gusti, inclinazioni, ideali e non più secondo credenze indotte dagli altri e dall'esterno. Cambiando le vostre credenze vi potete costruire un sogno nuovo, corrispondente ai vostri gusti!
Di Marcella Danon Fonte: http://www.lifegate.it
Dal libro: I Quattro Accordi Di Don Miguel Ruiz
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Don Miguel Ruiz
Idealmente
erede del Don Juan di Carlos Castaneda, è oggi uno dei maggiori
depositari della saggezza Tolteca.
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