LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI

2012 L'ULTIMO MISTERO DEI MAYA di GIORGIO TERZOLI

 

 

Tranquilli,

non succederà niente!

2012

Il mondo non finirà!


"Un giorno Gesù ci spiegò i segreti delle stelle .Era un mattino di Primavera.
Dall’alto del colle vedevamo, nella pianura lontana, sorgere il Sole là dove nell’orizzonte ancora
brillava una luminosa costellazione.
“passano le costellazioni.” Disse Gesù “dopo l’Ariete i Pesci . E poi verrà l’Acquario
Allora l’uomo scoprirà che i morti sono vivi e che la morte non esiste.”
(Da "Il Gesù proibito" di Mario Pincherle, capitolo "Il quinto Vangelo" o il Vangelo secondo Tommaso).


"Tutti i tipi di fenomeni che sono avvenuti nei milioni di anni del passato, possono effettivamente essere osservati in qualche punto del cielo." 

Fritjof Capra - Il Tao della Fisica


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La precessione degli equinozi    

Un messaggio che arriva da un lontano passato

di Giorgio Terzoli

dal libro: "2012: l'ultimo mistero dei Maya"

 

Per quale motivo varie antiche civiltà, distanti geograficamente, cercano di indicarci una stessa precisa epoca di riferimento, attraverso la collocazione di mastodontici monumenti, allineati astronomicamente ed inserendo in tutta la mitologia i numeri chiave per comprendere e calcolare la precessione degli equinozi?

Esiste un messaggio che queste antiche popolazioni volevano tramandare alle generazioni future?

Sicuramente era qualcosa di straordinaria importanza per spingere questi uomini a simili imprese.

Osservazioni astronomiche così accurate potrebbero aver portato a conoscenza di qualche terribile segreto i nostri incredibili antenati. Segnali di calamità spesso ricorrenti sono ben noti, basti pensare ai 520 miti riguardanti il diluvio universale, estinzioni di massa, glaciazioni sembrerebbero avvalorare questa ipotesi.

Il messaggio nascosto nella pietra dai nostri antenati, i disperati tentativi di comunicare qualcosa d’importante attraverso simbologie e miti, strumenti idonei a cavalcare le ali del tempo, sembrano suggerirci tale interpretazione.

Partendo dalle scoperte del professor De Santillana, di Robert Bauval , Graham Hancock e tanti altri studiosi non appartenenti alla ortodossia scientifica, sono riuscito a decodificare questo importante messaggio e la cosa più sorprendente e’ stata quella di accorgermi che questo messaggio era ben vivo a partire dal medio-evo fino ad arrivare all’inizio del nostro secolo.

Possa la nostra civiltà fare buon uso di questo grande segno di amore e saggezza che arriva dal profondo passato.

 

Il messaggio

L’impervio compito che questo testo si prefigge è quello di compenetrare un messaggio che accomuna il genere umano alla terra con le sue creature .

Circa 18000 anni or sono la terra è stata investita da un cataclisma di enorme furore ed entità: l’inversione istantanea dei poli magnetici: raggi cosmici nocivi, ghiacciai sciolti e montagne sprofondate.

Tutti questi effetti si sono succeduti in brevissimo tempo, con sconvolgenti reazioni a catena seguite successivamente dalla pioggia, durata un’eternità: il diluvio universale. 520 leggende ci tramandano l’evento apocalittico.

Vi furono sopravvissuti in zone franche e gli stessi si accorsero che l’evento si sarebbe ripetuto a distanza ciclica di anni. Da quell’ istante tutti i loro sforzi ed il loro lavoro fu volto a lasciare ai posteri una previsione ed un messaggio di salvezza.

Vogliamo credere che tutto questo incessante lavoro non fu solo istinto di sopravvivenza del genere umano, ma qualcosa di divino li animò e una compassione fraterna li spinse a sacrificarsi per un’umanità che neppure avrebbero conosciuto, consapevoli che in essa vi sarebbe stato il seme e lo scopo del loro esistere, il loro lavoro per la salvezza di un patrimonio che potesse andare oltre le catastrofe cicliche, favorendo l’evoluzione dell’uomo verso la Divinità.

Essi, attraverso la comprensione del lato oscuro di Dio e della precarietà della vita umana, divennero tolleranti e comprensivi, cercando una salvezza comune.

Vogliamo rimandarvi ad immagini di uomini intenti a progettare qualcosa di grandioso che sfidasse il tempo, poiché portatore di un messaggio inconfutabile. Vi invitiamo a penetrare nei grandi giacimenti di intenso significato e di esperienze che costituiscono la memoria collettiva di ogni essere umano. Gli interrogativi che intendiamo sollevare, i dubbi che vogliamo insinuare, i veli che vogliamo alzare, non nascono dalle nostre piccole menti, ma vengono attivati dalle anime di uomini antichi, patrimonio comune a tutta l’umanità.

Attraverso percorsi angusti ed oscuri, attraverso costruzioni grandiose, attraverso miti e leggende, ci parlano di catastrofi cosmiche, di crolli di mondi, di un’apocalisse che dovrebbe, secondo la loro previsione, colpire proprio la nostra generazione.

Lanciare un messaggio che non si perdesse nel corso dei millenni e rimanesse inalterato nel tempo, deve essere stato per i nostri antenati un grande dilemma e gli strumenti per realizzare una tale opera furono sicuramente scelti con oculatezza.

Considerando il lungo raggio temporale che il “messaggio” doveva attraversare, essi presero in considerazione vari canali: l’uso del linguaggio matematico, fondamentale ed unico che può unire culture diverse anche lontano nello spazio e nel tempo; infatti in ogni civiltà che raggiunga un certo grado di sviluppo alcuni numeri saranno sempre riconosciuti, come ad esempio il 3,14,numero magico p greco, oppure l’11,1 che ogni civiltà evoluta associa con il ciclo medio delle macchie solari.

L’uso di un codice simbolico figurato: il codice precessionale che, sfruttando gli effetti della precessione degli equinozi, permetteva di ottenere un orologio cosmico che offriva sicurezza ed affidabilità circa le date di partenza e di arrivo del messaggio.

Una volta lanciato il messaggio esso doveva rimanere inalterato e vivo nelle tradizioni di ogni popolo. Con genialità lo inserirono in due veicoli trainanti e duraturi: la religione e la magia ottenendo una sorta di pilota automatico che procedette per secoli e millenni, spesso all’insaputa dei portatori i quali, ormai non comprendendone più il senso, continuavano a tramandarlo sotto
forma di mito o leggenda.
Per la concretezza e per l’immediatezza visiva essi si affidarono alla dura e resistente pietra, che ancora ci parla attraverso blocchi allineati e squadrati secondo precise direttive astronomiche come per esempio la Sfinge, le piramidi di Giza, il tempio di Angkor o le costruzioni di Stonehenge.
Davvero povero sarà quell’uomo che non riuscirà ad andare oltre il linguaggio cifrato ed allegorico delle parole. Veramente piccolo sarà l’uomo che si fermerà solo alle apparenze, poiché intrappolato nel proprio labirinto non troverà il filo di Arianna che lo guiderà alla salvezza.
Vane sarebbero state le ciclopiche fatiche dei nostri antenati che, dalle menti eccelse e dai cuori divini. Ringraziamo questi fratelli poiché il loro compito è arrivato a termine ed abbracciandoli, idealmente ci incamminiamo per vincere l’ultimo drago, togliendo la verità dalla sabbia e dall’oblio.
 

dal libro di Giorgio Terzoli

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2012 L'ultimo mistero dei Maya G.Terzoli

2012

L'ultimo mistero

dei Maya

di Giorgio Terzoli

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Una civiltà che esisteva a cavallo dell'ultima glaciazione, 13.000 anni fa, trovò il modo di comunicare con noi e avvisarci che, probabilmente, il 21 dicembre 2012 della nostra era, la Terra potrebbe subire, come già accaduto nel passato,

una inversione magnetica.

Con quali effetti? L'ipotesi è avvalorata dalla scoperta di un affascinante codice astronomico,

la Precessione degli Equinozi.

Che permette di capire come l'intera mitologia del profondo passato sia stata creata per portare fino ai giorni nostri una previsione...


Perché un messaggio ?
“Quando finì la catastrofe, le navi sopravvissute si riunirono, l’intera superficie terrestre era
cambiata profondamente. Enormi ondate di acqua avevano invaso il globo molto velocemente,
sommergendolo diverse volte. Nuove terre erano emerse dove prima si trovavano gli oceani; oceani
e masse di acqua avevano inondato antiche porzioni di terra. I poli si erano di nuovo posizionati a
causa dell’equilibrio elettrico e del conseguente processo di repolarizzazione.
Si è notata la formazione di ghiaccio sui nuovi poli. L’ambiente naturale ha subito profondi
cambiamenti, provocando lo sviluppo di condizioni climatiche estremamente diverse da quelle
esistite precedentemente in molte località del globo .
Anche le posizioni delle stelle sembrano essere cambiate, ma ciò pare essere causato solamente al
movimento rotatorio della terra.
I mutamenti climatici sono principalmente consistiti in piogge, inondazioni e maremoti sono durati
per diverso tempo.
Durante l’incontro decidemmo che la vita sarebbe ricominciata, ma non su un solo continente. Ci
separammo ed alcuni contingenti furono mandati nelle località geografiche più adatte, sia per il
clima che per la adattabilità, per la ricostruzione della nostra civiltà.
Uno dei nostri gruppi si stabilì in Egittto, un altro in Sudamerica, un terzo in nord America, un
quarto sull’area dell’Himalaya ed il resto in Antartide, in Australia e in Groenlandia.
Ci dividemmo e ogni gruppo si fece depositario di una parte degli scritti, decidendo di conservarli
per sempre in modo tale che né una catastrofe come quella superata , né l’intervento umano
avrebbero potuti distruggerli.
Sette gruppi, sette divisioni del nostro sapere scritto segreto.”

 

 

La precessione degli equinozi, la chiave del sapere antico.

I movimenti terrestri.

 

Per rendervi più agevole il compito di seguirci nel nostro percorso vi offriamo alcune elementari

nozioni astronomiche, ma necessarie a tale fine.

La terra è dotata di un duplice movimento simultaneo :

movimento rotazionale attorno al proprio asse, in senso antiorario, la cui durata è di 24 ore per ciclo: movimento orbitale attorno al sole, il cui ciclo è di 365,25 giorni, un anno terrestre.

Ora immaginate il Sole come un punto ed attorno ad esso un cerchio, che è l’orbita della terra,

attorno all’orbita un secondo cerchio, diviso in dodici settori uguali di 30 gradi ciascuno. Ciascun settore è un segno dello zodiaco.

Nel corso dell’anno la terra compie in senso antiorario, un intero giro attorno al sole che, osservato dalla terra, sembra percorrere lo zodiaco in senso inverso cioè orario, entrando ogni trenta giorni circa in un novo segno zodiacale(ariete- toro- gemelli- cancro- ecc.) il sole cioè si trova sempre tra la terra ed una costellazione che fa da sfondo.

Osservando il cielo prima dell’alba, sembra di vederlo sorgere assieme ad una data costellazione che varia di mese in mese.

Questo cerchio apparente compiuto dal sole ha 4 punti cardinali, che sono gli equinozi e i solstizi: solstizio d’estate: giorno più lungo, polo nord della terra orientato al massimo in direzione del sole solstizio d’inverno: giorno più corto, polo nord della terra orientato al massimo in direzione opposta a quella del sole.

Equinozi di primavera e di autunno, quando la terra si trova di lato rispetto al sole, giorno e notte hanno eguale durata.

La particolare caratteristica degli equinozi è quella che il sole sorge sempre all’est vero fornendo un punto di riferimento geodetico sicuro e preciso a una direzione cardinale (l’est).

Particolare importanza assume l’Equinozio di Primavera che fissa ogni anno l’inizio del segno

dell’ariete, ovvero il grado zero dello Zodiaco .

Da quel punto nel cielo, distanziati di 330 gradi esatti l’uno dall’altro, si susseguono tutti gli altri segni.

Si parla di segni e non di Costellazioni, in quanto, grazie ad un fenomeno fondamentale quale la Precessione degli equinozi, nota alle popolazioni antiche, la costellazione che ospita il sole all’equinozio di primavera non è sempre la stessa, ma varia molto lentamente nel corso dei millenni.  Il punto equinoziale, o gamma, ossia il grado zero dello zodiaco in cui ha inizio il segno dell’ariete, si sposta posteriormente e cosi’ lentamente attraverso le costellazioni.

Questo fenomeno è chiamato Precessione.

Oltre al movimento Rotazionale e a quello Orbitale, la terra possiede anche un terzo movimento, chiamato Precessionale (vedi sopra).

L’attrazione gravitazionale esercitata dal sole e dalla luna sul rigonfiamento equatoriale terrestre, tende a raddrizzarne l’asse di rotazione dall’inclinazione attuale di 23,5 gradi alla perpendicolare del piano dell’orbita.

La terra, a causa di un’azione giroscopica, contrasta questa azione: la risultante di queste forze, porta l’asse terrestre a descrivere un cerchio di 23,5 gradi di raggio, rispetto a un punto fisso nello spazio in circa 25920 anni. Un effetto questo, paragonabile al moto ormai confuso di una trottola nelle fasi finali della sua rotazione, quando la forza di gravità porta alla rotazione dell’asse di rotazione stesso. Questo e’ il moto precessionale .

La precessione è un fenomeno lentissimo, ma di grande importanza, perché scandisce le grandi ere cosmiche. In modo che il Sole attraversi a ritroso tutte e 12 le costellazioni , occorrono ben 25920 anni e questo tempo costituisce un Grande Anno, un ciclo intero della Fenice Cosmica. L’equinozio resta in una costellazione per circa 2160 anni e questo segna la distanza di una Grande Era dall’altra.

Ora la nostra civiltà si trova nel momento cruciale del passaggio: finisce l’era astronomica dei Pesci iniziata nel 150.a.c e comincia l’era astronomica dell’Acquario, che durerà fino al 4160 d.c e le conseguenze fisiche del moto precessionale sono la precessione degli equinozi, la variazione della culminazione delle stelle.

Avendo già affrontato la precessione degli equinozi parleremo ora del secondo effetto, ovvero la culminazione delle stelle.

Per comprendere la Culminazione delle stelle, introduciamo ora il concetto della sfera celeste:

un’idea concepita per dare al cielo un valido sistema di coordinate, analogamente a quanto è stato fatto per le coordinate terrestri.

Immaginiamo che la terra sia al centro di una sfera vuota con le stelle, le nebulose e le galassie dipinte sulla superficie interna della sfera, il Sole, la Luna ed i Pianeti si muovono sempre sulla stessa superficie.

Proiettando ora le linee terrestri della latitudine e della longitudine sulla sfera e l’asse di rotazione Terrestre determinerà così i poli celesti Nord e Sud. A questo punto, per determinare la posizione di un oggetto su questa sfera, basterà conoscere le relative coordinate che lo localizzano.

Poiché abbiamo bisogno di un punto di riferimento certo nella sfera celeste, non possiamo semplicemente proiettare il Meridiano zero di Greenwich per avere un riferimento in quanto quest’ultimo, a causa della rotazione della terra, non sarebbe fisso.

Al suo posto si utilizza invece il punto dove il Sole, nel suo moto apparente sulla sfera (lungo l’eclittica ), attraversa ogni anno l’equatore celeste da sud verso nord.

Il meridiano celeste è quindi quel semicerchio immaginario che collega il polo Nord con il polo Sud.  Quando le stelle attraversano questa linea immaginaria (punto di transizione sul meridiano ), raggiungono la loro massima elevazione al di sopra dell’orizzonte: questa è la culminazione.

In un ciclo di circa 26000 anni la terra, oscillando leggermente sul suo asse, produce un cambio apparente della posizione delle stelle; esse infatti a ogni mezzo ciclo precessionale si troveranno ad una declinazione più o meno alta.

Con lo scorrere lento del tempo le stelle sembrano abbassarsi ed alzarsi, secondo un semiciclo di 12.960 anni(esattamente la metà del ciclo precessionale).

Scegliendo una stella che si trovi nel suo Nadir, nella 0, potremmo osservare un comportamento di questo genere:

anno 12.960 * ZENIT = Punto di culminazione più alto

anno 0 * NADIR = Punto di culminazione più basso

……………..ZENIT…………..

Nadir MEZZO CICLO Nadir

Quindi ricapitolando, a causa dell’attrazione del nostro satellite, la Luna, in misura minore rispetto al Sole, sul rigonfiamento equatoriale terrestre esercita, sul nostro pianeta, un’azione continua tendente a raddrizzarne l’asse di rotazione dall’inclinazione di 23,5 gradi alla perpendicolare del piano dell’orbita. A causa di un’azione giroscopica, la terra contrasta questa azione. Il risultato di queste forze porta l’asse terrestre a descrivere un cerchio di 23,5 gradi di raggio, in circa 26000 anni.

Un effetto analogo al moto ormai confuso di una trottola nelle fasi finali della sua rotazione, quando la forza di gravità porta alla rotazione dell’asse di rotazione stesso.

Questo fenomeno di meccanica celeste provoca l’avanzamento annuale dell’equinozio dovuto al moto di precessione dell’asse di rotazione terrestre .Il ritorno del Sole alla stessa posizione sulla sfera celeste.

Praticamente si tratta di una oscillazione lentissima di rotazione dell’asse della terra ed il suo

effetto, per l’osservatore sulla Terra, è quello di causare uno slittamento ciclico altrettanto lento della cintura dello zodiaco rispetto al punto in cui sorge il Sole. Il risultato, in qualsiasi epoca particolare, è che le quattro costellazioni chiave segneranno i due equinozi e i due solstizi solo temporaneamente. Questo slittamento precessionale , che opera al ritmo di 1 grado ogni 72 anni, significa che ogni costellazione ospita il Sole in ogni punto ad una media di 2160 anni.

In altre parole, a partire dal 160 a.c. fino ad arrivare ai giorni nostri, il Sole all’equinozio di primavera si è sempre levato nella costellazione dei Pesci, mentre all’equinozio di autunno si è sempre levato nella Vergine, nel solstizio di inverno nei Gemelli e nel solstizio di d’estate nel Sagittario.

Quindi fino alle soglie dei nostri giorni, Pesci, Gemelli, Vergine e Sagittario costituivano i coluri, ovvero i 4 pilastri congiunti all’asse del mondo in corrispondenza del polo nord celeste, ma l’inizio dell’era dell’Acquario non solo ha sostituito il primo pilastro (Acquario al posto di Pesci), ma ha scardinato anche tutti gli altri, per cui dalla Vergine, dai Gemelli e dal Sagittario, si passa al Leone, al Toro e allo Scorpione.

Quindi, tutte e 12 le costellazioni formano un ciclo completo attorno ai 4 punti chiave dell’anno in un totale di poco meno di 25920 anni. A causa del ciclo precessionale lo sfondo delle stelle contro cui sorge il Sole in una determinata data si sposta in senso antiorario di un grado ogni 72 anni.

 

Un altro effetto della precessione degli equinozi è quello dell’innalzarsi e dell’abbassarsi delle stelle sul nostro orizzonte, una specie di yo-yo. Un semiciclo precessionale innalza le stelle mentre l’altro semiciclo le abbassa fino al minimo del nostro orizzonte visivo.

 

Riassumendo i solstizi sono distanti 90 gradi dagli equinozi, il solstizio d’estate è il più prossimo al Polo Nord celeste ed il solstizio d’inverno è quello di maggior distanza dal Polo Nord celeste.

Quindi la precessione degli equinozi è una lenta e ciclica oscillazione dell’asse terrestre che altera inesorabilmente la posizione di tutte le stelle nel cielo e sposta la costellazione dominante, quella portatrice dell’equinozio di primavera, che si trova dietro il Sole all’alba dell’equinozio di primavera.

 

dal libro di Giorgio Terzoli

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La precessione degli equinozi

immagine tratta da wikipedia


Le certezze
Tutta la mitologia che arriva dal profondo passato, è di natura astronomica ed in particolar modo basata sugli effetti della precessione degli equinozi,
movimento che le popolazioni che noi definiamo storiche ed anche quelle precedenti, conoscevano perfettamente.
 La mitologia astronomica è uniforme per linguaggio, simbolismi e modo di esprimersi dando il concreto sospetto di essere stata creata da un’unica mano, che in seguito è stata propagata su tutta la terra.
 I monumenti nei maggiori siti archeologici sono stati costruiti per fermare particolari momenti precessionali e di conseguenza far risaltare un’era precessionale o una data in particolare.
 La mitologia antica e l’architettura sacra sono parte integrante di conoscenze che gli antichi abitatori del pianeta volevano far pervenire alle generazioni future.
 Molto probabilmente il linguaggio astronomico mitologico potrebbe essere... la celebre lingua universale prima della torre di Babele.
E’ possibile, tramite le iconografie antiche, risalire all’epoca in questione, quando i creatori delle immagini ci segnalano a che altezza precessionale si trova il sole. Per fare un esempio, se troviamo il dio del sole sumero Tesub ritratto all’inizio dell’era astronomica del toro, possiamo
risalire, tramite il codice terzo, alla data che corrisponde, cioè all’incirca al nostro 4000 d.c. Oppure se troviamo il dio solare egiziano indicato tra i tre quarti e la fine dell’era astronomica del toro riusciamo a risalire alla data del 2500 a.c.(circa).
La suddivisione dello zodiaco corrisponde a 12 ere astronomiche di 2160 anni ognuna.
La data di partenza del messaggio è stata fissata all’inizio dell’era precessionale del Leone, con una data finale posteriore di 6 ore precessionali, cioè la fine dell’era astronomica dei pesci o l’inizio di quella dell’acquario.
E’ molto probabile che la popolazione emissaria del messaggio, reputasse di importanza vitale che queste conoscenze giungessero intatte fino ai nostri giorni. Considerate lo sforzo al limite dell’umano che hanno fatto per  divulgarle.

 

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IL MONDO NON FINIRA'

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Profezie Maya 2012: il mistero svelato

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con l'intervista a Giorgio Terzoli, autore del libro:

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